Un Viaggio appena iniziato (La Via dello Splendore)

La Via dello Splendore… per Cagliari - di Cristina Muntoni

Se dovessi descrivere con una sola parola l’esperienza immersiva che ho vissuto al seminario di Igor, scegliereiViaggio. Con la V maiuscola, come merita un percorso interiore profondo. E come la prima lettera che ho aggiunto nell’Albero della Vita stampato in segni dorati nel quaderno che ci hanno donato come benvenuto. Una V nella prima Sephirot: inizio, fine e nuovo inizio di un percorso che, solo quando sono tornata a casa e ho iniziato a metabolizzare senza verbalizzarlo, ho cominciato davvero a comprendere.

Abbandonando ogni strumento di percezione logica, ho interiorizzato tutti gli insegnamenti appresi percependoli come un movimento fisico. Quello delle onde del mare. Solo quando l’ho percepito così ho iniziato davvero a capire la direzione delle spiegazioni che, dall’alto dell’Albero della Vita, sono scese in basso, per poi risalire, tra sfere e collegamenti, arricchendolo di un bagaglio sempre più ricco di informazioni e un ritmo via via più intenso. Così intenso che, a fine giornata, ho avuto la stessa sensazione di stordimento e meraviglia di una lunga immersione in fondali colorati, tra bagliori, banchi di Posidonia cullati dalle correnti e visioni di specie di animali familiari e sconosciuti.

Il bagaglio emozionale di nozioni, immagini e significati delle ultime ore ha iniziato a confondersi nella mia mente come la visione di oggetti e presenze spostati dall’acqua in movimento. Ho cominciato ad avvertire chiarezza solo quando ho abbandonato il ragionamento razionale, per lasciarmi trasportare ad un piano di lettura fisico e sensoriale, lasciando fluire le percezioni. Il percorso di spiegazione di Igor nel salire e scendere, andare e venire lungo le Sephirot è diventato nel mio sentire come il movimento delle onde: una sequenza di direzioni diverse, ma unite della stessa realtà ondulante e ininterrotta del fluire continuo dell’acqua. 

Cullata dalle onde della Sapienza, ora comincio a distinguere più nitidamente ogni parte del tesoro da cui ho attinto a piene mani portandolo in superficie. Ma ancora non tutto è chiaro e distinto, e so che è solo l’inizio di un Viaggio. Quello che mi porterà alla realizzazione della versione migliore di me stessa.

Diario di bordo.  Il viaggio da argonauta che mi ha portato sin qui è iniziato almeno due anni fa. Ho intervistato Igor in una stanza Liberty con l’eco di porte cigolanti del Teatro delle Saline. Lo avevo incontrato dopo una sua conferenza e molte letture che mi avevano fatto nascere un’ammirazione troppo forte, una cosa che non aiutava il distacco necessario per un’intervista oggettiva e professionale. L’Universo reagisce in fretta ai nostri pensieri e quella video-intervista non andò mai onda per un problema di audio. Ma Stella Maris, che con Kreanza ha organizzato l’evento, non ha dimenticato. “Arriva Igor. Vorrei che ne scrivessi. Ci sei?”

Ci sono.

È la mattina di domenica quando il Viaggio ha inizio. Attraversiamo subito territori vasti. I Vangeli, Shiva, Osiride, la storia dell’invasione degli Stati nella sfera personale e poi Aladino e la sua discesa nella caverna dove troverà la lampada. “Se strofini un oggetto dorato, che immagine vedi riflessa sulla sua superficie?” È proprio quella che esaudisce i tuoi desideri. Nessun’altra.

Ogni cosa che dice, sembra che la dica proprio a me. Probabilmente è quello che sta pensando ogni persona in questa sala. Quando parla del processo di nascita di ogni cosa che passa attraverso le nove sfere dell’albero della Vita, sono stupefatta. “Nove – dice – come i mesi di una gravidanza”. Penso ai miei progetti e a come io li descriva sempre dicendo che “sono in gestazione”. Da quel momento, ogni passaggio ha per me una valenza pratica esattamente come l’indicazione di un sentiero che so che mi porterà alla meta.

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